Capitolo quarto – INIZIA IL VIAGGIO

Sinossi – La Vedente

Prologo
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Capitolo quarto – INIZIA IL VIAGGIO

Partirono dopo circa mezz’ora, attraversarono il campo innevato che Laura aveva sempre osservato dalle finestre. Magicamente davanti a loro la neve si scioglieva formando un comodo e asciutto sentiero. Arrivarono presto al bosco, dove anche lì, i rami e gli arbusti si spostavano già qualche metro davanti a loro per farli passare comodamente.

Laura era esterrefatta, ma felice. Felice di non essere sola, felice di essere fuori, nel mondo.

Sun sembrava l’unico chiacchierone del gruppo, le spiegò che Ground poteva spostare gli elementi della natura e che invece lui aveva il potere di irradiare calore e che quindi il loro viaggio sarebbe stato caldo e asciutto e senza nessun ostacolo.

«Invece Ice? » chiese ingenua Laura, eccitata come una bambina.

Seguì un attimo di imbarazzante silenzio, ma poi lo stesso Ice esordì dicendo «Io non ho nessun potere. Io sono un errore, non dovrei essere qui, non avrei dovuto nemmeno nascere. »

Laura non poteva credere alle proprie orecchie e ancora di più non capì perché i suoi fratelli non smentissero subito la sua dichiarazione. Perfino  Sun, così dolce e gentile, aveva gli occhi chini nel più completo imbarazzo e silenzio, come se Ice avesse detto proprio la verità.

“Come poteva una persona essere un errore?” si chiedeva Laura. Eppure il tono di Ice era neutro, vuoto, incolore, come i suoi capelli e lei non sapeva proprio come reagire.

Eppure la ragazza percepiva qualcosa, sentiva che c’era dell’altro, ma sapeva, sentiva che prima o poi avrebbe compreso.

Il gruppetto continuava il cammino in una formazione che sembrava predefinita: Sun vicino a Laura, Ground che faceva strada, aprendo il cammino ed esprimendosi piuttosto a monosillabi e pensando solo a cosa avrebbe mangiato di gustoso una volta compiuta la missione. Ogni tanto elencava una serie di cibarie a lui congeniali, per poi brontolare borbottando parole che a Laura risultavano incomprensibili.“Forse per mantenere la sua mole ha bisogno di nutrirsi spesso” pensava Laura. Ice, invece, era sempre in silenzio e stava a un paio di metri dietro di loro, come se non fosse parte del gruppo, come se non avesse nessun interesse.

Le ore trascorrevano serene, Sun raccontava e Laura ascoltava affascinata facendo di quanto in quanto qualche domanda. Più che altro il ragazzo biondo le parlava dei vari tipi di piante che incontravano delle loro proprietà, parlava degli animali man mano che ne incontravano e per la ragazza, che aveva studiato tutte quelle cose solo sui libri, era meraviglioso poter abbinare i nomi alla realtà. Sun le raccontava della vita a corte, di come era e di cosa avrebbe trovato Laura una volta giunta. Lei ovviamente l’ascoltava incantata e vogliosa di sapere sempre più dettagli, ma Sun non si sbilanciava molto. Il suo era solo un racconto di com’era il luogo e dei vari rituali e di altre cose frivole. Raccontava in maniera leggera, senza specificare mai nulla. La ragazza comprese presto che non avrebbe ricevuto più informazioni di quelle che lui le elargiva spontaneamente. “Forse non è autorizzato a dire di più” pensava lei. Quindi decise di ascoltare semplicemente, rinunciando a porgli domande.

«E’ quasi sera, accampiamoci » disse spiccio Ground e iniziò a trafficare con il suo zaino facendone uscire ogni sorta di materiale che molto probabilmente servivano per montare la tenda o le tende, considerando la mole di roba che stava tirando fuori.

Si fermarono in uno spiazzo abbastanza largo, dove agilmente l’amico forzuto fece comparire due tende, una più piccola per Laura e l’altra più grande per i ragazzi. Quando tutto fu in ordine a Laura venne consegnato lo strano zaino “magico”, che conteneva anche i suoi vestiti. Così poté ritirarsi e prepararsi per la notte, ma prima che lei entrasse nella sua tenda comparve Ice che aveva in mano un cestino con dentro tanti frutti della grandezza di una noce, ma di un color rosso intenso. Laura non aveva notato nemmeno la sua assenza, tanto era affascinata dal lavoro di Ground.

«Ecco le bacche scarlatte» spiegò Sun con la sua solita gentilezza.

Mangiarono e Laura fu sorpresa dal gusto squisito e dal succo meravigliosamente dissetante di quei frutti. Solo mezz’ora dopo si coricarono per riposare ed essere pronti a partire di buon ora.

Tutto il secondo giorno proseguì come il primo, tranne per qualche sbirciatina che Laura fece, ti tanto in tanto indietro, verso Ice, per vedere se era ancora lì, se era sempre alla stessa distanza, per capire come potesse isolarsi così. Laura non comprendeva, lei non avrebbe mai più voluto essere sola, ma evidentemente per Ice era diverso. Quando lo guardava il ragazzo sosteneva il suo sguardo senza mutare minimamente espressione e senza dirle nulla, come se nemmeno la vedesse.

La seconda sera, finito il “montaggio tende”, Ice comparve nuovamente con il cestino di bacche e questa volta, con un secchio d’acqua.

«Non serve l’acqua non dobbiamo bere, le bacche pensano a tutto» gli disse in tono di rimprovero Ground.

«Non è per bere e non è nemmeno per te. Ho pensato che magari lei dovesse lavarsi, il fiume è lontano da qui e Sun potrebbe scaldarle quest’acqua e… » Ice non finì nemmeno la frase e visibilmente irritato appoggiò il secchio a terra per poi sparire dentro la loro tenda.

Laura pensò che Ice aveva avuto proprio un pensiero premuroso, mentre notò lo sguardo che si scambiarono i due fratelli, erano decisamente perplessi. E’ vero che le ragazze hanno esigenze diverse e forse la loro perplessità era dettata dal fatto che Ice ci aveva pensato e loro no. Comunque chiese a Sun di scaldarle l’acqua e si ritirò nella sua tenda. Quella sera prima di addormentarsi si ripromise di voler conoscere meglio Ice, c’era qualcosa che non capiva in lui, qualcosa che doveva assolutamente conoscere.

Il terzo giorno, come da copione, la comitiva si mosse sempre nella stessa formazione. Laura pur essendo sempre interessata ad ascoltare Sun, si ritrovava sempre più spesso a pensare ad altro e spesso il suo altro era Ice. “Chissà cosa mi racconterebbe lui se fosse al posto di Sun?” si domandava curiosa, sicura che la conversazione sarebbe stata sicuramente diversa, decisamente particolare.

Capitolo quinto

19 pensieri su “Capitolo quarto – INIZIA IL VIAGGIO

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  11. Arrivata a questo capitolo mi sovviene un pensiero: sarebbe bello associare immagini ai capitoli? A te piace l’idea?
    Ho sempre amato il paesaggio collinare coperto di neve illuminato dalla luna piena, dove nella mia mente Hunter vola fiero, anche se con gli anni ho imparato ad odiarla, la neve (nella vita di tutti i giorni la neve perde la sua magia).
    Penso che con Ground ci andrei d’accordissimo perché adoro mangiare, uh come adoro mangiare, fortunatamente sono Sottile di cognome e di fatto!
    Ice è il centro della mia curiosità ora, chissà cosa ci riserverà la tua creatività!
    Questa scena è bellissima -Quando lo guardava il ragazzo sosteneva il suo sguardo senza mutare minimamente espressione e senza dirle nulla, come se nemmeno la vedesse- e mi sembra di vederla come in un film.
    (ps ma perché i capitoli sono tutti privi di commento?)

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