Capitolo terzo – I CUSTODI

Sinossi – La Vedente

Prologo
Capitolo primo  –  Capitolo secondo

Capitolo terzo – I CUSTODI

La mattina seguente ignorò completamente l’abito elegante che, come ogni mattina da anni, l’attendeva accuratamente selezionato sulla spalliera del letto e frugando nell’armadio estrasse una vecchia e comoda tuta rosa. Prese una giacca blu e un berretto di lana bianco e corse giù per le scale dirigendosi verso la porta d’ingresso. Era sicura che Nicolas non le avesse mentito e che stavano realmente venendo a prenderla, ma non riusciva a togliersi dalla mente che ora era libera e che avrebbe comunque potuto uscire ad esplorare le zone intorno alla casa, quelle che aveva sempre e solo visto dalle finestre.

Insomma, voleva uscire, voleva andare via, fuggire, era un bisogno covato da troppo tempo per poterlo trattenere ancora. Avere dei doveri, lo sapeva bene e la rivelazione di Nicolas cambiava di molto i suoi progetti, ma ora non voleva pensarci, ora voleva solo sentire cosa si provava ad assaporare la libertà.

Ignorò il profumo di croissant appena sfornate che tanto sarebbero state sempre “appena sfornate” anche al suo ritorno, se, fosse tornata. Ora non era sicura, ora che da dentro la pancia iniziava a sentire un forte calore che la faceva scendere le scale quasi volando. Finalmente aveva sedici anni e poteva uscire, non in cortile dove chiusa dalle mura del giardino poteva solo illudersi di essere fuori, ma dalla porta principale, il fuori vero, il fuori nell’ignoto.

Trattenne il respiro spalancando la grande porta di legno intagliato ma, invece di precipitarsi fiori, si bloccò raggelata, davanti a lei si trovava uno strano terzetto. Erano tre ragazzi più o meno della sua stessa età, simili, anzi quasi uguali per i tratti del viso, ma non per la corporatura e per i loro colori. Uno era mastodontico, pieno di muscoli e con gli occhi e i capelli neri, alla sua sinistra ce n’era uno, molto alto e gracile, con capelli biondi e gli occhi verdi come il prato di primavera. In ultimo, quasi nascosto, c’era un ragazzo non molto alto, forse quanto lei, con i capelli banchi come la neve, e gli occhi di un azzurro acquamarina.

«Chi siete? » chiese Laura senza rendersi conto. “Possibile che siano già arrivati a prendermi?” pensò.

Fu il biondo a rispondere accennando anche un inchino che sorprese la ragazza.

«Siamo Sun, Ground e Ice, e siamo venuti per scortarti. » Disse indicando prima se stesso poi il tipo tutto muscoli e sorvolando sul terzo, che per deduzione era Ice. Sorrise gentile e a Laura sembrò che il suo viso si illuminasse. Dei tre era decisamente il più bello.

«I custodi» disse lei spiccia quasi con disappunto, aveva sperato di avere un po’ di tempo per se prima della partenza. Voleva giocare con la neve e fare due passi e magari veder cosa c’era oltre l’orizzonte che l’aveva accompagnata per tanto tempo.

«Esatto Milady, » disse sempre sorridendo Sun.

Laura rimase a bocca aperta, “Chi sarebbe la Milady?” pensò. Questi tipi erano alquanto buffi.

«Che profumo, » disse Ground annusando l’aria.

Laura vide una scappatoia «Andate pure a mangiare qualcosa, io torno subito vado a fare due passi» e così dicendo avanzò un pochino, ma quello più strano di tutti le sbarrò la strada.

«Dove credi di andare, rientra forza, dobbiamo muoverci subito, la strada per la corte è lunga e prima partiamo, prima ti consegniamo, prima saremo liberi. » Il tono acido e scocciato di Ice scosse Laura. Nessuno le aveva mai parlato così. Beh nessuno le aveva mai parlato in nessuna maniera da tanto tempo, ma sicuramente quello era un tono sgarbato da usare con una sconosciuta. Rimase comunque sorpresa dalla frase finale “prima saremo liberi”, anche lei voleva essere libera e comprendeva benissimo questo sentimento.

Sun la prese sotto braccio e la riaccompagnò dentro senza darle il tempo di rispondere, anche se avrebbe voluto dire la sua in merito all’educazione del tipo bianco. Il tocco delicato di Sun e la sua voce melodiosa la tranquillizzò «Ice, anche se con tono sgarbato, ha detto il vero. Dobbiamo fare una buona colazione per poi partire immediatamente. Ci vorranno quattro giorni di viaggio e Ground non può resistere con le sole  bacche scarlatte. » Il sorriso che accompagnava la voce di Sun era meraviglioso e presto Laura si accorse di arrossire ogni volta che lui la guarda. Si sedettero al tavolo da pranzo, tutti tranne Ice che si appoggiò alla finestra in fondo alla stanza guardando fuori, come se non vedesse l’ora di andarsene.

«Milady, mi scuso fin da ora per il buffo comportamento di mio fratello Ice, è sempre scontroso e arrabbiato con il mondo, ma non dovete darle peso. » Disse gaio, mentre Ground divorava tutto quello che gli capitava a tiro. Nessun problema perché appena un piatto di svuotava ecco riapparire di nuovo pieno e fumante. La casa era sempre molto efficiente.

«Milady, non mangiate? Sarebbe meglio vi nutriste.»

«Grazie, non ho tanta fame, ma … perché mi chiami così? » chiese rivolta a Sun.

«Gli piace essere teatrale. » Rispose asciutto Ice rubando la parola al fratello che senza scomporsi guardò la fanciulla con il solito sorriso imperturbabile e con tono tranquillo disse «Come dovrei chiamarvi di grazia? Siete la nostra signora, colei che salva le vite, sarebbe irriverente rivolgervi parole non appropriate, » e con un fugace sguardo di rimprovero guardò il fratello. Durò solo un attimo, come se questo ragazzo non fosse in grado di rimanere arrabbiato per più di qualche secondo, già sorrideva.

Laura sospirò e chiese «Dunque voi siete i miei custodi? »

«Sì Milady, la scorteremo alla corte, partiremo subito dopo colazione. Durante il viaggio mangeremo solo bacche scarlatte, e dormiremo in una tenda, ma vi chiedo di portare pazienza, al nostro arrivo a corte ritroverete i vostri agi. »

«Bacche scarlatte? » Laura non capiva e avrebbe voluto fare molte domande e parlare e parlare e sapere tutto di loro e di quello che l’attendeva. Però fu esortata ad andare a prendere dei vestiti di ricambio per il viaggio, che poi vennero messi dentro uno zaino che portava Ground. Con grande sorpresa della ragazza lo zaino sembrava sempre vuoto, nonostante avesse messo dentro tre maglioni e due paia di pantaloni più una piccola pochette contenente il necessaire. Più tardi durante il viaggio Sun le avrebbe spiegato che le bacche scarlatte erano un frutto ricco di tutti i nutrienti e che da sole sarebbero bastate per mantenerli in forze per tutto il giorno.

Capitolo quarto

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