invidia, ma quella buona :)

Ti è mai capitato di incontrare una persona e parlando per un bel po’ con lei, renderti conto che a questa persona è sempre andato tutto bene?

Renderti conto che non ha mai avuto tentennamenti o indecisioni. Ha sempre preso la decisione giusta e non ha mai avuto grossi problemi? Mai un’incertezza, un dubbio, un rimorso…

Se ti è capitato è innegabile che sia scattata una certa invidia, anche se in senso buono ^_^ … non quella che ti fa rabbia, ma quella che ti stupisce e ti fa riflettere e credere che il mondo forse potrebbe anche essere un posto perfetto 😀

… mmm… poi, però, mi trovo a pensare… una persona così, non è che forse è un po’ artefice della sua fortuna?

Forse il suo modo di vedere la vita è talmente positivo, crede talmente in se stesso, che forse tutto quello che fa non può che andare bene… forse nella sua vita non c’è spazio per i dubbi, quindi va deciso e sicuro in un’unica direzione, fortemente convinto che sia quella giusta e poi, magicamente, è quella giusta… quasi avesse deciso lui che è quella giusta!

… questa sicurezza mi fa invidia, ma l’invidia buona, quella dalla quale vorrei trarre un insegnamento, un grande insegnamento di vita ^_^

p.s. Tra queste persone “fortunate” c’è Mirco (almeno apparentemente), personaggio del mio libro. Per chi volesse, ecco qui sotto un breve estratto, giudicate voi 🙂

per chi ha già letto il libro credo saprà riconoscere l’amarezza di Clara, che non è per nulla invidiosa, ma…

Estratto da Una ragazza come me

“… Le raccontò del compito in classe di inglese a sorpresa; per fortuna era una delle sue materie preferite, quindi tutto sommato era andato bene. Poi si pulì le labbra e le dita con il tovagliolino di carta, lo appallottolò e lo lanciò nel cestino. Fece centro.

“Ovvio,” pensò Clara. Aveva già capito di avere davanti un vincente. Uno di quei ragazzi a cui le cose andavano sempre bene. Non riuscì a trattenersi, aprì bocca e diede fiato ai suoi pensieri. «Scommetto che, se arrivi in classe e leggi a caso cinque righe di un qualche argomento e la prof decide di interrogare a sorpresa, a te fa le domande inerenti alle cinque righe che hai appena letto, vero?»

Lui si voltò a guardarla. Corrugò appena la fronte e poi con fare calmo disse: «Allora sai parlare, credevo di aver invitato a uscire una mummia.»

Clara arrossì. Come osava darle della mummia? Poi il suo cervello si soffermò sulla parte di frase che più la sorprese: “aver invitato a uscire”. Allora quello era un appuntamento? No, era stata tutta una coincidenza… oppure no?

«Cosa?» fu la prima cosa che le venne in mente di dire.

«Effettivamente, una volta mi è successo. Sono stato fortunato, non trovi?» concordò, scoppiando poi a ridere. La sua risata era melodiosa, o almeno era così per Clara, che si ritrovò a sorridere suo malgrado. Avrebbe voluto rimanere arrabbiata e sconcertata tutto il giorno, ma lì, in quella via, su quella panchina, con ancora mezzo gelato da mangiare e in compagnia di quello strano ragazzo, si sentiva serena e… felice.

«Davvero? Lo immaginavo, ma non è fortuna. È che ci sono persone che nascono come te, perfette.» Ma cosa aveva detto? Possibile che i pensieri dovessero uscirle di bocca senza controllo? Clara si era sempre sentita una persona “difettosa”, quindi per lei chiunque fosse bravo a scuola, avesse degli amici e fosse un po’ carino, era perfetto.

«Perfette,» mormorò il ragazzo. Poi, alzandosi aggiunse: «Magari…» …”

Estratto da Una ragazza come me di Tricoli Sara

28 pensieri su “invidia, ma quella buona :)

  1. mmmhhhh io non credo che esistano persone così nella vita sai…. a volte il troppo ostrentare mi frena e mi fa pensare.
    io credo più in atteggiamenti positivi che calamitano addosso buoni propositi e sensazioni!
    invece riguardo a mirco e clara, prima o poi li conoscerò!

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  2. La stragrande maggioranza delle volte, è un atteggiamento. È più facile infatti raccontare che va tutto bene, che il contrario. Delle cose sbagliate, commesse o subite, devi dare troppi dettagli per spiegare che tu non ne sei responsabile. Anche perché lo sport preferito è quello di dare la colpa agli altri. Hai mai sentito qualcuno che dicesse: “mi è capitato un guaio e ne sono pienamente responsabile”? Io, no. Ma io sono così.
    Questa premessa per dire che no, non provo invidia. Se proprio devo invidiare qualcuno è quel personaggio che sta lassù e che si sbellica di risate, nell’osservare quanto meschini siano gli esseri umani.
    Ti abbraccio. 🙂 Piero

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