… piccolo saggio o piccola recensione…

Oggi condivido “questo piccolo saggio o piccola recensione” come lo ha voluto definire, molto poeticamente, l’autore: Scrittore55

Voglio solo dire che le sue parole mi hanno veramente affascinata. Ha notato aspetti del mio libro (Una ragazza come me) che forse nemmeno io avevo notato, o meglio, credevo non si notassero, credevo non trasparissero… Parla di me e mi elogia per un qualcosa che ho sempre pensato fosse una mia pecca…

A lui ho svelato questi due regali che mi ha fatto, ora sta a voi capire… sempre che vogliate leggere le sue splendide parole… sempre che vogliate leggere me…

Per quanto mi riguarda, non mi resta che dire una semplice parola, che ho usato molte volte, ma che non per questo perde il suo meraviglioso significato e valore. Una piccola e semplice parole che racchiude un globo di riconoscenza e di emozioni (sentimenti da me provati all’ennesima potenza). Quindi con tutto il mio cuore dico: Grazie Scrittore55 ❤

Cito: ” La premessa è che Clara non è l’autrice, per quanto abbia ammesso le molteplici affinità. A partire dalla dislessia. Tema che appare e scompare nel racconto e che ne fa da filo conduttore. A volte visibile, altre meno: riemerge quando viene citata da qualcuno, scompare quando si leggono le storie di Clara, Morris, Mirco, Sara, dei professori di una scuola che rappresenta un po’ il mondo come dovrebbe essere. Scompare perché, in fondo, questo vuole essere il messaggio per coloro che non conoscono la dislessia: non esiste. O meglio, c’è ma non compromette nulla. Come qualsiasi caratteristica ha i suoi pregi e i suoi difetti.

La grande immaginazione di Sara, che ha fatto di un racconto uno spunto riflessivo, porta a storie di tutti i giorni, di ragazzi adolescenti che si avvicinano al mondo degli adulti. Che così adulti non sono, in questo caso. Clara vive le difficoltà di un’adolescenza qualunque, con l’aggravante di genitori che danno a suoi piccoli problemi di apprendimento l’etichetta di “svogliata”. Tanto da mandarla in una sorta di ritiro forzato che sarà tale solo per poco per la giovane ragazza, la quale troppo presto subisce uno stress psicologico devastante, ma che finalmente trova una sorta di harem in cui esser amata e compresa. Quando scopre di essere dislessica, la prende ovviamente male. Ma piano piano, grazie anche a Mirco e Morris, non ci pensa più. Saranno gli esterni, come la sorella di Mirco, a rimettere in circolo il termine. Accettato e superato allo stesso istante dalla piccola protagonista, che ha scoperto la sua felicità e di non avere nulla meno degli altri. Ma anzi, il suo carattere e la sua bontà d’animo la rendono superiore a quelli che volgarmente vengono definiti i “normali”.

E’ un racconto interessante, con bei risvolti e piccole piacevoli sorprese. Senza colpi di scena o irruenti stravolgimenti della fabula. Caratteristica e qualità persa ormai da molti autori o presunti tali.  Sara è sicuramente un’autrice, intesa nel senso romantico del termine. La scrittura è lineare e scorrevole, senza ripetizioni e senza forzature linguistiche. Viene parlato il linguaggio di tutti i giorni nel virgolettato  e c’è spazio anche per frasi che colpiscono per il loro significato. 

La storia lascia con un sorriso, con un finale degno di ogni buon romanzo. Con la comprensione di un fenomeno di cui tutti conoscono il nome, ma nessuno il significato. O comunque, quello vero.

C’è da chiedersi come mai Moreno sia Morris o viceversa. Forse Moreno è quello che non abbiamo potuto conoscere noi lettori, Morris è colui che crescerà. Grazie anche a Clara. Personalità e dolcezza quasi estinti, qualità rare o addirittura uniche.

Clara è una ragazza come tante. Ma forse non è proprio così…

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