Capitolo diciassettesimo – IL FUTURO DI ICE

Nota importante: La storia non è editata da professionisti, nasce con poche pretese. Una piccola fantasia che, se vorrai, ti terrà compagnia per un po’. Buona lettura ^_^

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Qualche riga del capitolo precedente…

Quelle parole non avevano senso per Laura che credette di aver capito male e chiese di ripetere, ma lui insistette.

-Devi focalizzare il suo futuro, solo così lui non ci lascerà. Devi tenerlo ancorato a questo mondo.-

Nicolas sembrava proprio convinto di quello che diceva, ma per Laura la cosa continuava a non avere senso.

–Come posso visualizzare il futuro di Ice? Non sono capace, non posso gestire le visioni… – I grandi occhi blu di Laura si erano completamente asciugati. Aveva cercato di ricacciare giù le lacrime per rimanere concentrata e completamente vigile sul ciò che bisognava fare, ma mai avrebbe creduto che le sarebbe stato chiesto l’impossibile.

Capitolo diciassettesimo – IL FUTURO DI ICE

Nicolas le sorrise affettuoso e le disse –Certo che sei capace, puoi farlo con ognuno di noi. Nessuno ti ha mai spiegato questa facoltà perché è praticamente inutile, visto e considerato che il futuro può cambiare continuamente.-

Laura rimase a bocca aperta, ma non disse nulla e Nicolas proseguì. – Ora da brava, non abbiamo molto tempo, poi ti spiegherò meglio. Devi concentrarti su Ice e sul suo futuro.-

La ragazza deglutì il nulla, perché la sua gola era ormai secca, ma riuscì ugualmente a parlare: –Dimmi esattamente cosa devo fare e io la farò.-

Nicolas le fece un altro sorriso d’incoraggiamento e poi le ripeté: -Devi vedere il futuro di Ice… – notando lo smarrimento di lei aggiunse -… concentrati su di lui, ripensa a qualcosa che ti ha detto o un gesto che ha fatto e che ti risulta famigliare. Quando dentro di te avrai instaurato un buon ricordo del passato, riuscirai a congiungerti con lui e arriverai nel suo futuro,- poi aggiunse con tono grave, come a rimarcare l’importanza della cosa – ma solo se lo vorrai veramente.-

-Certo che voglio, desidero salvarlo più di ogni altra cosa al mondo.-

-Bene, allora concentrati e avvisami quando vedi il suo futuro perché solo in quel momento potrò estrarre il pugnale e curargli la ferita in modo completo. Non abbiamo molto tempo.- La esortò lui.

Laura chiuse gli occhi per trovare la giusta concentrazione. Intorno a lei c’era un brusio di voci che cercò di cancellare.

Ripiegò ogni suo senso dentro di sé. L’udito: ripensò alla voce melodiosa del suo amore. Il tatto: ai suoi muscoli duri e sodi quando l’aveva sostenuta e abbracciata. L’olfatto:  il profumo della foresta che avevano attraversato insieme. Il profumo di Ice. In totale concentrazione, isolatasi dal resto del mondo, Laura ripensò alla loro prima passeggiata insieme, quando aveva seguito Ice che andava a raccogliere le bacche scarlatte. Sentì nuovamente il freddo della neve che le cadeva sul viso, il rumore ovattato dei passi di lui e la sua voce quando le diceva di stare attenta alle spine… rivide il suo sorriso. Ripensò a come l’aveva afferrata nel momento del pericolo, sostenendola. Ripensò alla sensazione che le aveva dato la sua mano mentre la guidava su per la collina. Il loro scambio di battute nell’attesa che il ponte fosse finalmente pronto o quando avevano scherzato insieme nell’attesa che il sentiero fosse liberato. Ripensò al dolore che aveva provato la sera della festa, quando Ice le aveva detto addio.

Poi un forte bagliore le accecò la mente e vide Ice nella foresta che camminava con passo spedito percorrendo un sottile sentiero. Sembrava avesse fretta. Aveva in mano un cesto, ma Laura non ne vedeva il contenuto. Vide il bosco aprirsi in una radura con al centro una graziosa casetta di legno. Ice entrò (e lei con lui), richiudendo subito la porta alle sue spalle annunciava il suo rientro appoggiando il cesto su di un mobiletto alla sua destra. –Sono a casa- Aveva detto sorridendo. Non il solito sorriso triste e malinconico di Ice, ma un sorriso compiaciuto e sereno.

In un attimo due bambini gli correvano incontro ridendo felici. Potevano avere 4 o 5 anni, il maschio con i capelli uguali a quelli di Ice ma con gli occhi decisamente più scuri, quasi blu. Gli si gettò al collo e il ragazzo lo sollevò abbracciandolo.

Laura non poté trattenere un sorriso, nonostante il momento critico, ma quella scena le aveva colmato il cuore di amore. Quanto avrebbe voluto che Ice provasse veramente quella gioia.

La scena proseguiva con il ragazzo che posava a terra il bambino per prendere in braccio la piccola che aveva due codini castani e una bellissima fossetta sulla guancia. Gli occhi erano chiusi per gustare meglio la felicità e le labbra protese per scoccare un bacio a quello che doveva essere il suo adorato papà.

Laura stava piangendo, era troppa la gioia che provava in quel momento e non avrebbe mai voluto fermare quella visione, ma fu richiamata alla realtà da Nicolas.

-Laura, allora. Hai visto? Sei nel suo futuro?-

Spaventata dalla possibilità di aver perso secondi preziosi, spalancò gli occhi e non riuscendo a parlare, annuì.

-Bene, rimani in quella visione. Tieni Ice con noi nel suo futuro mentre procedo, altrimenti lo perdiamo. È già molto debole.- Nicolas non perse tempo e mise la mano sull’elsa del pugnale per poi estrarlo in un attimo.

Laura non richiuse gli occhi, non riusciva a distogliere lo sguardo da quello che stava facendo il suo amico e nemmeno tolse le mani dalla posizione in cui erano, come se sollevarle avesse pregiudicato la salvezza del ragazzo. Nonostante avesse gli occhi bene aperti, una parte della sua mente era ancora in quella bellissima casetta nella foresta e ora Ice si stava avvicinando a una donna che era di spalle intenta a cucinare qualcosa, sempre con la piccola in braccio e con il bambino attaccato al suo fianco.

Nicolas, dopo aver estratto il pugnale posò l’indice della sua mano destra all’inizio della ferita che era mostruosamente aperta, anche se non c’era nessuna traccia di sangue. Forse il pugnale aveva tamponato il sangue o forse Nicolas aveva fatto qualche altra magia, Laura non lo sapeva e non le importava, in quel momento desiderava solo che Nicolas salvasse Ice.

La ragazza era sconvolta, ipnotizzata da quella ferita, perse la sua visione, che si dissolse. Cercò di recuperarla, sapeva che da quello dipendeva la salvezza di Ice. Con un grande sforzo richiuse gli occhi e si concentrò con tutta se stessa, cercano di non farsi distrarre da quello che le accadeva attorno, anche se mille domande le affollavano la mente.

Come faceva Nicolas a possedere una magia tale da guarire una ferita così profonda?

Come aveva fatto a capire chi era stato a scagliare il pugnale?

Ice si sarebbe salvato per vivere il suo stupendo futuro?

Nonostante la confusione mentale riuscì ugualmente a recuperare la visione, il futuro di Ice, ma non dallo stesso punto, bensì dall’inizio. Era come se si fosse riavvolto un nastro, ritrovò Ice che camminava sul sentiero nel bosco e rivide la scena del suo rientro a casa.

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