Scegliere il titolo…

Grazie a chi ha letto il mio racconto e a chi mi ha suggerito un titolo…

Ora dovrei scegliere, ma come faccio? Sono tutti bellissimi questi titoli, quindi chiedo aiuto a te, tu quale sceglieresti tra:

  1.  “L’amore sulla tela”       suggerito da indianalakota
  2. “Dipinto d’amore”        suggerito da indianalakota
  3. “L’Amore Incondizionato”    suggerito da Il Cuore di Beatrix
  4. “La felicità degli altri”   suggerito da Pietro
  5. Come un quadro” suggerito da Federica

Se invece hai un titolo che ti sei dimenticato di suggerirmi, dimmelo pure, sei ancora in tempo 😀

Non hai avuto tempo di leggere il mio racconto? Ti sei perso il mo articolo con il racconto? Nessun problema tranquillo, c’è tutto il tempo ^_^ (per vedere l’articolo clicca qui)

Oppure ecco i link del racconto… aspetto ansiosamente un tuo parere e un tuo titolo, sempre che tu abbia voglia e tempo di leggermi ❤

Ops dimenticavo: alcuni amici mi hanno segnalato che ci sono degli errori e alcuni mi hanno dato dei consigli per migliorarlo, ma volevo avvisarti che non ho avuto ancora modo di metterci mano… quindi abbi pazienza e anzi se vuoi… sotto tutta orecchi ^_^

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Racconto:”Titolo: da definire” di Sara Tricoli

– Lo sai quello che provo per te – disse alla fine in un sussurro Sonia. Gli sorrise timidamente e lui di rimando, ma quello di Carlo era un sorriso triste, perché sapeva che c’era un “ma”.

Sonia aveva gli occhi grandi e azzurri, così profondi da far sognare chiunque avesse la ventura di incrociarli. Quante volte Carlo si era perso in quei due laghetti di montagna.

-Sono sicura che con te sarei felice, che ogni momento sarebbe sereno e perfetto. Sei una persona dolce e romantica. Ti sei sempre preso cura di me e sono sicura che con te potrò coltivare la mia passione per la pittura. Sono sicura che avremmo una splendida casetta, magari due bambini che ti assomiglieranno e che quindi saranno buoni. La nostra sarebbe una vita perfetta. Sarei amata, protetta, felice. Faremmo le gite la domenica, faremmo le vacanze e già so che faresti scegliere sempre a me le mete. Perché tu sei generoso e il modo in cui mi tratti mi fa sentire come una principessa delle fiabe. –

Aveva detto tutti senza prendere fiato con un filo di voce. Si era imposta di guardarlo negli occhi, in quegli splendidi occhi verdi. “Chissà i nostri figli come sarebbero belli”, si sorprese a pensare.

Sonia si spostò nervosamente una ciocca di capelli che capricciosa le era ricaduta sulla fronte, poi allungò il braccio per spostare i suoi fini capelli neri dietro le spalle. Si massaggiava nervosamente un ginocchio, con gli occhi fissi in quelli di lui. Ci leggeva quel dolore che non avrebbe mai voluto scorgere, non avrebbe mai voluto essere lei la responsabile di quella tristezza. Il discorso era delicato, non voleva dare l’impressione di aver già deciso, perché il suo cuore tormentato non era ancora arrivato a nulla.

-Non preoccuparti Sonia cara, hai tempo per decidere e per capire cosa vuoi, non voglio metterti fretta. Io ti amo e questo non cambia. Ogni promessa sarà mantenuta perché è il mio cuore che lo vuole, non potrei comportarmi diversamente, perché non voglio, non desidero far nulla che possa nuocerti.-

Questo era troppo, Sonia non riuscì più a sostenere lo sguardo di Carlo e abbassò il viso. Mordendosi il labbro si rammaricava, come poteva far soffrire una creatura tanto  meravigliosa.

Lui avvicinò la sua mano a quella di lei, a quella che era rimasta abbandonata sopra il tavolino, la sfiorò delicatamente. Poi con quella stessa mano le sollevò il mento per farle alzare il viso, voleva che lo guardasse negli occhi. Aggiunse con la sua caldo voce: – Ti amo e ti aspetterò, la mia proposta di matrimonio e sempre valida. So cosa ti tormenta, quindi non preoccuparti. Vorrei che tu potessi esprimerti liberamente con la tua arte, che trovo meravigliosa, ma non devono essere le cose materiali a convincerti a stare con me. Il mio supporto lo avresti comunque, incondizionatamente. So dividere la mia professionalità dal mio cuore. Ammiro il tuo talento e lo sosterrò come critico d’arte, nelle mie gallerie, indipendentemente da ciò che provo per te.-

Sonia sgranò gli occhi e si affretto a dire – No no, non intendevo dire che ti sceglierei solo per… – ma lui la zittì appoggiando delicatamente il suo indice sulle sue labbra e sussurrandole: – Lo so, lo so, non c’è bisogno che mi spieghi nulla. Ora torno in ufficio, ho un progetto da terminare, ma chiamami ogni volta che vuoi, ok? –

Sonia annuì e poi lo osservò alzarsi dal tavolino del bar, dirigersi con il suo regale portamento verso la cassa. Pagato il conto si girò per donarle un altro splendido sorriso. Quando Carlo sorrideva, sorrideva tutto il suo meraviglioso viso, i suoi occhi verdi si illuminavano e i suoi capelli biondi incastonavano un ovale perfetto. Un fisico asciutto, forse non molto atletico, ma comunque ogni abito gli calzava a pennello, perfino la tuta sportiva che gli aveva regalato Sonia qualche tempo prima. La ragazza lo osservò mentre camminava via tra la gente che affollava il largo marciapiede.

Si erano conosciuti un paio di anni prima, Sonia le era stata presentata da un amico in comune come un nuovo talento, ma Carlo aveva dovuto scartare il suo operato perché, nonostante molto talentoso, non poteva permettersi un nuovo e sconosciuto artista. Ne introduceva circa un paio l’anno e quell’anno ne aveva già inseriti tre, quindi gli era proprio impossibile. Però quella ragazza aveva un qualcosa e non voleva lasciarsela sfuggire, le offrì comunque un lavoro in una sua galleria, in modo che potesse, appena possibile, inserire qualche sua opera. Sonia aveva accettato subito. Al momento stava lavorando in di giorno in un call center e di sera in un pub, questo le permettere di vivere da sola e comprare il materiale per dipingere. Quel lavoro era già un sogno che si realizzava, poter stare a contatto con il mondo dell’arte così da vicino e in più avrebbe guadagnato abbastanza per poter lasciare gli altri lavori e dedicarsi di più alla sua passione.

***   ***   ***

Sonia lasciò a sua volta il bar e iniziò a percorrere una via apparentemente senza meta. Era immersa nei suoi pensieri, riviveva mentalmente il primo anno di lavoro presso la galleria, dove aveva avuto modo di conoscere meglio Carlo, apprezzandolo e affezionandosi a lui, alla sua intelligenza, al suo “talento nel scovare talenti”. Carlo le aveva fatto una corte dolce e semplice invitandola da prima per qualche caffè, poi qualche colazione di lavoro e infine l’invito a cena e a teatro. Sonia si era trovata a uscire con lui senza nemmeno rendersi conto di cosa stava accadendo. Era avvenuto tutto con grande naturalezza. Lei e Carlo avevano un’infinità di argomenti di cui parlare; in sua compagnia stava molto bene.

Poi una sera riaccompagnandola a casa si era sporto a baciarla, un tenero bacio. Le sue labbra erano state delicate e valutate come la carezza di un petalo di rosa. Sonia aveva compreso quanto lui tenesse al lei proprio quella sera, dopo quel casto bacio le aveva augurato la buona notte e se n’era andato.

Il giorno successiva lei lo aveva affrontata imbarazzata, dicendo che anche lei provava qualcosa ma che non le sembrava il caso, insomma era impossibile soprattutto perché lui era il suo capo. Allora Carlo la licenziò, ma solo per farla assumere da un suo amico e stimato collega.

Da quel momento non ci sarebbero più stati impedimenti alla loro storia, tutto sarebbe stato meraviglioso, come in una favola. Perfino fare l’amore con Carlo sarebbe stata la cosa più dolce ed emozionante che avesse mai fatto. Sonia era convinta di non poter desiderare più nulla dalla vita. Quest’uomo era stato il suo salvatore, le aveva dato un lavoro che adorava, le dava la possibilità di dipingere, l’amava con una dolcezza e una passione che non aveva mai conosciuto. Ancora non erano una vera coppia e già parlava di matrimonio, di famiglia, di calore. Sarebbe stato tutto assolutamente perfetto se solo nella vita di Sonia non fosse entrato Sergio.

***   ***   ***

Mentre continuava a camminare su quel marciapiede allontanandosi dal bar dove aveva incontrato Carlo, Sonia era come rapita dai suoi ricordi, dai suoi tumultuosi sentimenti. Improvvisamente si ritrovò a cercare un numero nella rubrica del telefono e chiamò Sergio

– Ciao tesoro – rispose pronto lui – Che piacere la tua telefonata.- La voce di Sergio era sempre squillante e armoniosa, metteva subito di buon umore.

– Vorrei parlarti, quando possiamo vederci?- Chiese agitata Sonia, aveva bisogno di vederlo per dirgli… non sapeva nemmeno lei cosa.

– Anche subito. – Rispose sempre gaio e determinato.

– Ma non stai lavorando?- Chiese sorpresa.

– Nessun problema. Qui funziona tutto benissimo, è una macchina perfettamente oliata, posso anche assentarmi per un caffè, solito bar? – Rispose e si accordarono per vedersi poco dopo.

Con Sergio era sempre così, tutto era facile e non c’erano mai problemi. Ogni cosa non lo preoccupava e magicamente tutto gli andava sempre in modo perfetto.

Gli aveva confessato che da quando era piccolo non aveva mai trovato ostacoli davanti alla sua strada e tutto ciò che voleva riusciva ad ottenerlo.

Lei era la prima cosa che voleva e che non sapeva se sarebbe riuscito ad avere. Anche questo non sarebbe stato un problema per lui, se lei avesse scelto l’altro, lui sarebbe stato: “felice di saperla felice”, le aveva detto proprio così con il suo solito sorriso raggiante, anche se leggermente amaro. Però l’aveva ammonita: lei doveva scegliere solo quando sarebbe stata veramente convinta, non si doveva pentire della sua scelta, non avrebbe rinunciato se la decisione non sarebbe stata più che sincera.

Sonia arrivò al bar e vide Sergio che già l’attendeva. Era bellissimo come sempre: un uomo alto, atletico, con un sorriso brillante che faceva risaltare maggiormente la sua abbronzatura e i suoi occhi scuri come del resto i capelli lo rendevano così “tenebroso” ma estremamente affascinante. Bastava parlare pochi minuti con lui per esserne rapiti, completamente avvinti dal suo savoir-faire. Trasmetteva simpatia e cordialità.

Anche in quel momento mentre parlava con il cameriere era sorprendente come quest’ultimo sembrava non volersene andare via. Certo Sergio affascinava tutti, uomini e donne. Aveva viaggiato molto, forse anche complice il suo lavoro, ma in fin dei conti lui se l’era creata quell’occupazione. Quindi non si poteva dire cosa era nato prima: se il Sergio viaggiatore o il Sergio imprenditore a capo di una catene di agenzie viaggio.

***   ***   ***

Così l’aveva conosciuto, lui era entrato nella galleria d’arte dove lavorava Sonia in cerca di qualche pezzo interessante da mettere nella sua nuova agenzia. Amava inserire in ogni negozio un articolo particolare, interessante, magari di qualche artista emergente, in modo da dare un tono esotico al locale. Sergio non capiva molto di arte, si faceva trasportare dal suo intuito e spesso, quasi sempre, non sbagliava.

Ecco che Sergio era rimasto da prima affascinato da un dipinto di Sonia per poi, senza saperlo, contrattare con l’artista in persona per l’acquisto. Solo dopo la conclusione delle trattative, da buon uomo d’affari, si era prodigato in mille complimenti per il pittore e solo allora Sonia, molto timidamente, aveva dichiarato che il quadro era opera sua.

Da quel momento iniziò una corte rapida e veloce. Sonia fu travolta dalla sua euforia, accettò l’invito per un caffè perché lui le avrebbe fatto molta pubblicità, ma doveva conoscerla meglio. Furbetto!

Senza rendersi conto il caffè divenne un pranzo e le ore insieme a Sergio passavano spensieratamente. Quella stessa sera, ancora ubriaca da quella insolita e straordinaria personalità, ricevette due telefonate, entrambi la invitavano a cena, ma lei fu lesta a declinare gli inviti per poi rifugiarsi nella sua camera con il cuore in tumulto. Possibile si fosse innamorata di due uomini?

Da quel primo incontro, Sergio comparve più e più volte in galleria, oppure al bar dove lei era solita pranzare.

Carlo intuì che qualcosa era successo e anche se Sonia continuava a ripetersi che Sergio era solo un amico, si accorse di osservare spesso la porta nella speranza di vederlo entrare. Al contempo e con la stessa trepidazione attendeva la sera, quando alla chiusura del negozio, Carlo al passava a prendere. Parlavano di molte cose e la loro relazione procedeva lentamente, ma Carlo non aveva fretta in più doveva comprendere cosa turbava la sua amata.

Fu una sera a cena che lui decise di porle la domanda di matrimonio e quando lei rimase sbalordita e quasi spaventata, senza nemmeno rendersi conto gli parlò di Sergio e del suo turbamento.

Con Carlo era così, era facile parlare di se stessi, dei propri problemi e dei propri desideri, invece con Sergio era come stare sulle montagne russe, era un continuo parlare di viaggi, di luoghi incantanti, di dare libero sfogo alla fantasia, alla pazzia.

Il giorno seguente Sonia comprese che il viaggiatore non era un amico di passaggio e confessò ogni cosa anche a lui.

***   ***   ***

-Non stare lì sulla porta entra, accomodati. – Le disse Sergio con un sorriso tirato. L’aveva notata già da un po’ indugiare vicino all’uscio, con i suoi splendidi occhi persi nel vuoto, immersa chissà in quali pensieri. Quegli occhi così meravigliosi ai quali avrebbe voluto far scoprire un mondo intero, quegli occhi che avrebbe sempre voluto veder brillare di felicità e che ora erano velate dalla tristezza.

L’aveva raggiunta e ora la conducendo al tavolino accompagnandolo con una mano appoggiata delicatamente sulla sua schiena.

Una volta preso posto le chiese dolcemente: – Non sai cosa fare? –

-No, non so come possa essermi successa una cosa del genere. Non avrei mai voluto farvi questo. Siete delle persone meravigliose e forse è questo che mi ha fatto innamorare di voi. Ma io…- stava per piangere ma non doveva assolutamente farlo.

-Dai forza Sonia, non essere triste, non devi decidere adesso o domani. Io e Carlo siamo persone pazienti. Siamo d’accordo che ci dobbiamo conoscere meglio, ricordi il patto? Uscirai un po’ con me e un po’ con lui e quando capirai chi ami di più, farai la tua scelta. Ora parliamo d’altro ti va? –

Sergio le sorrideva incoraggiandola, aveva la capacità di rendere tutto estremamente semplice e piacevole. Sonia acconsentì a cambiare discorso e presto la conversazione divenne vivace e divertente.

***   ***   ***

La ragazza si allontanò da quel tavolino, da quel secondo bar visitato in poco tempo, da quel secondo uomo che amava.

In preda ai pensieri più confusi, ai sentimenti più agitati camminava senza una meta.

Un tuono la testò da quello stato quasi di trans. Stava per piovere. Osservò il cielo sopra di lei, era pieno di nuvole che si andavano scurendo. Abbracciò con lo sguardo tutto ciò che la circondava stringendosi nel suo cappotto di cachemire e con un certo stupore si accorse di essere nei pressi di un parco visitato tanti anni prima. Quel giorno lontano era sola, come oggi, ma il suo cuore era pieno di speranze e di aspettative per il futuro, ora invece era pieno di tristezza. “Una donna che ama dovrebbe essere felice e non triste”, rifletteva tra sé.

Un altro tuono, questa volta più forte. Si era alzato anche un leggero vento freddo che fece sollevare dinanzi a le in un mulinello delle foglie secche. La pioggia prese a scendere, da priva qualche goccia e in poco tempo più forte e fitta. Sonia aveva un ombrello nella borsa, ma non lo prese. Alzò il viso al cielo, a fatica teneva gli occhi aperti. La pioggia che scendeva silenziosa le accarezzava il viso.

Amare due uomini non era possibili, non lo avrebbe mai creduto possibile, invece le era successo. Allora si sorprese a domandarsi se l’amore potesse effettivamente esistere.

Ripensò a sua nonna sopravvissuta nemmeno un anno dopo la perdita dell’amato marito. A quei tempi sposarsi per amore era un lusso, era una grande fortuna, ma i suoi nonni si erano incontrati e amati intensamente per 52 anni. Poi scomparso lui, lei si era come spenta, come se la mancanza di lui fosse un dolore troppo forte.

Ecco, ora Sonia si domandava quale mancanza sarebbe stata insopportabile. Forse capovolgendo la domanda sarebbe stato più facile capire. Si era tanto concentrata su chi amasse di più, chi volesse di più, invece ora cercava di capire di chi non avrebbe mai potuto fare a meno.

Una prima lacrima si confuse con la pioggia, ma era più calda e salata quando raggiunse le labbra. A questa ne seguirono altre. Gli occhi semi aperti che fissavano il cielo, erano inondati da pioggia e lacrime e il groppo in gola, che tanto l’aveva attanagliata in questi ultimi tempi ora sciolto. Lasciò cadere la sua borsa e si coprì il viso con le mani per poi piegarsi su se stesso e accovacciandosi pianse. Sembrava una bambina che si era persa, e forse non era del tutto sbagliato. Il suo cuore si era perso. Il suo cuore aveva sempre creduto che esistesse veramente l’unico vero amore per ogni persona. Era convinta di averlo trovato con Carlo, allora perché tutto era stato messo in discussione da Sergio? Perché si sentiva attratta da entrambi?

L’amore esisteva veramente oppure no?

Forse sì, ma non era un unico e solo… e allora quante persone si potevano amare in un‘unica vita?

-Tutto bene signorina?- Un ragazzo gentile si era fermato vicino a lei.

Sonia aveva alzato la testa timidamente. Quel ragazzo che poteva avere la sua età o forse poco meno, la guardava con preoccupazione; era un pochino chinato su di lei per poterla proteggere con il suo ombrello.

-Si è fatta male?- Le chiede di nuovo togliendosi gli auricolari dalle orecchie per sentire la sua risposta.

Sonia fece no con la testa, non si sentiva di parlare, la voce sarebbe uscita rauca e forse non udibile.

Lo sconosciuto le tese una mano per aiutarla ad alzarsi, forse supponeva fosse caduta, forse credeva veramente si fosse fatta male. Per Sonia, in questo momento così difficile, nulla aveva importanza. Prese quella mano come fosse un ancora di salvezza e alzandosi seguì l’impulso di abbracciare quel ragazzo che anche se sorpreso, la lasciò fare permettendole di sfogarsi un pochino.

Non sapeva nemmeno come era successo, ma in un’unica giornata era la terza volta che si trovava seduta al tavolino di un bar con un uomo diverso. Solo che questa volta stava raccontando tutta la sua vita a un perfetto estraneo. Lui era gentile, l’ascoltava e le sorrideva incoraggiandola.

-Non saprei cosa consigliarti, è veramente una decisione difficile. Ti direi di lasciar perdere entrambi e di scappare con me, ma sto finendo l’università e non ho un soldo. – Sorrise per sdrammatizzare. – Sarei sicuramente il candidato peggiore. –

Sonia lo guardò incredula mentre il suo nuovo amico imbarazzato sollevava un pochino il berretto per grattarsi la fronte, era così tenero.

-Non fare quella faccia sto scherzando, per me sei troppo vecchia e forse… non so… un po’ troppo femmina… Sai non sei l’unica che cerca di capire il suo cuore. – Completamente rosso in viso le strizzò l’occhio e si guardò intorno per paura che qualcuno che conosceva potesse ascoltare quella confessione. Nessuno era tanto vicino da poterli udire e si rasserenò.

Sonia sospirò. “Com’è complicata la vita” pensò e poi si ritrovò nuovamente a chiedersi se effettivamente l’amore, quello vero, quello con la “A” maiuscola, quello che dura tutta una vita, quello che dovresti provare solo per una persona, la “tua” persona, l’altra metà della mela, l’anima gemella… fosse effettivamente un dono per tutti o solo per pochi fortunati, fortunatissimi eletti.

***   ***   ***

Un telefono suona e una sconsolata voce maschile risponde: – Pronto!-

-Sono io. –

-Lo so. –

-Dobbiamo parlare.-

-So anche questo.-

-Bene. Allora saprai anche che se io sparissi…-

-Non servirebbe a nulla. Lei deve fare la sua scelta, ma… –

-Non la farà mai.-

-Credo che la cosa sia anche peggiore. La farà, sceglierà, ma per tutta la vita si domanderà se è stata quella giusta e quindi chiunque di noi sceglierà, l’altro sarà sempre e comunque nei suoi pensieri e… temo, anche nel suo cuore – un sospiro sconsolato.

– Sono giunto alla stessa conclusione proprio questo pomeriggio.-

– L’hai incontrata?-

-Sì e ho letto tanta sofferenza. Lei ti ama.-

-Ama anche te.-

Un sorriso, quasi un sbuffo struggente – Avrei voluto non incontrarla mai!-

-Anch’io. O forse no… non so. –

Per un periodo lunghissimo i due interlocutori rimasero in silenzio.

-Quindi? –

-Credo che l’unica soluzione sia lasciarla andare.-

-Temevo queste parole, ma danno voce ai miei pensieri. Volevo proporti anch’io la stessa cosa. Sarà una sofferenza, ma non vedo altra soluzione.-

Ancora una lunga pausa silenziosa, poi Sergio aggiunge con un tono fintamente gioviale: -Mi odi vero?-

-No, non ti odio.-

-Come fai a non odiarmi, se io non l’avessi incontrata…-

Carlo fu lesto a rispondergli: -Non sarebbe dovuto cambiare nulla. Anche avesse incontrato 100 uomini migliori di me, non sarebbe dovuto cambiare nulla… ma forse per lei non è così.-

-Comprendo. Ti ringrazio e ti auguro ogni bene. Addio. –

-Grazie a te, Addio.-

Un click chiuse le comunicazione, lasciando nel più completo sconforto i due uomini che ora si preparavano a dire addio alla persona che amavano, per il bene di tutti.

***   ***   ***

-Sai non ci posso credere, non posso credere che l’amore non esiste… Io ho sempre creduto nell’amore e voglio continuare a crederci. Non sceglierò, non posso scegliere. Non posso condannare due persone meravigliose a un amore a metà. Io sarei sempre divisa a metà. Loro avrebbero sempre comunque il dubbio che io pensi all’altro. Meritano una donna che li sappia amare pienamente e incondizionatamente. – Disse finalmente risoluta Sonia, sembrava si fosse destata dopo mesi.

-Quindi li lasci entrambi? – Chiese il ragazzo allibito.

-Sì, non c’è altra soluzione. Li lascio liberi di trovare il loro vero amore.- Finalmente il grosso masso che premeva sul petto di Sonia si dissolse. Era la decisione giusta.

-Così soffrirai anche tu, te ne rendi conto?-

-Non mi importa. – Sorrise raggiante, mentre delle lacrime silenziose e calde le solcavano il viso. -Non ha nessuna importanza. Loro devono essere felici e con me non lo saranno mai.-

-Questa è la prova d’amore più fantastica che io abbia mai sentito… – proclamò il giovane alzando il bicchieri di bibita che aveva davanti per omaggiate con un brindisi la sua nuova, straordinaria amica.

Fine.


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