Sospetta dislessia, estratto da “Una ragazza come me”

Estratto da  “Una ragazza come me”

Il momento in cui a Clara e ai suoi genitori viene spiegato che forse le sue difficoltà a scuola sono riconducibili alla dislessia e non alla svogliatezza…

…   …

«Clara, mi stai ascoltando?» chiese il professore, paziente.

Lei lo guardò; sì, l’aveva sentito, anche se cercava di estraniarsi. La sua mente, per consolarsi, pensava a Mirco, mentre le sue orecchie (e sicuramente una parte del suo cervello) ascoltavano tutto quello che veniva detto nella stanza.

«Sì, professore, ma non riesco a capire quello che state dicendo o, forse, non voglio sapere.»

Era sconsolata e ormai non le importava più di nulla. Le parole scuola speciale e corsi speciali echeggiavano nella sua mente come una spada pronta a colpire. Non voleva sapere di più, faceva troppo male.

Il professor Roberto si fece avanti, si appoggiò alla cattedra e parlò rivolto più a lei che ai suoi genitori.

«Quello che noi sospettiamo…» Fece una pausa, forse per assicurarsi che lei gli prestasse attenzione. «Pensiamo che tu sia dislessica. Non è una malattia,» si affrettò a specificare l’uomo. «Il disturbo è dovuto a una disfunzione di un’area della corteccia cerebrale deputata alla decifrazione della parola scritta e si manifesta in età scolare, non prima, perché tutte le altre funzioni cognitive sono in genere indenni. Anzi, se può consolarti, sappi che molti grandi personaggi ne soffrivano: per esempio, il famoso scultore Rodin e addirittura quel genio insuperato di Einstein!» Sorrise per confortarla. «Ci sono diversi casi e tutti diversi. Ognuno ha la sua particolarità e il suo, chiamiamolo così, grado di difficoltà. Comunque ci sono dei metodi di insegnamento e degli esercizi da fare per rendere il tuo apprendimento più produttivo e più sereno. Ci sono dei centri di riabilitazione neurologica, ma in effetti una risoluzione completa non è quasi mai possibile: l’importante è imparare a convivere con il problema senza angustiarsi troppo.»

Clara aveva capito le parole del professore, ma era come se non riuscisse a “metterle a fuoco”. Fu suo padre a parlare alzandosi in piedi.

«State dicendo che mia figlia ha questa dislessia che le impedisce di studiare e fare le cose come tutti gli altri?»

«È quello che stiamo dicendo. Si è scoperto che spesso viene considerato un deficit dell’apprendimento, o semplicemente svogliatezza dello studente. In realtà… come posso dire, è come se il cervello di Clara lavorasse in maniera diversa.»

«Quindi state dicendo che è una ritardata!» esclamò la madre di Clara che era rimasta seduta, fissando un punto indefinito davanti a sé. Sembrava pronta a scattare in piedi per scappare.

«No, signora, stiamo dicendo esattamente il contrario,»

…   …

Una ragazza come me edito dalla Triskell Edizioni

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